L’INFANZIA DEL MAGO (H. HESSE)

Una cosa desideravo ardentemente: diventare un mago.

A lungo questo desiderio e questo sogno mi rimasero fedeli, ma presto cominciarono a perdere tutta la loro forza, avevano dei nemici, ad essi si oppeneva dell'altro, qualcosa di reale, di serio, di innegabile. A poco a poco il fiore appassì, a poco a poco dallo sconfinato si fece largo qualcosa di limitato, il mondo reale, il mondo degli adulti. Lentamente, sebbene continuassi ad anelarvi ancora con ardore, il mio desiderio di diventare un mago divenne anche per me privo di valore, divenne una fanciullaggine. Qualcosa in me non apparteneva più all'infanzia. Il mondo del possibile, infinito, dai mille aspetti, si era ristretto, diviso in caselle, tagliato in compartimenti stagni.[…]

[…] Questa riduzione si compì senza che me ne accorgessi, impercettibilmente si dissolse la magia intorno a me.

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